Cosa succede quando dormiamo e come si genera il rumore del russamento
Anatomicamente accade questo: le strutture molli del faringe (velopendulo e porzione posteriore della lingua) perdono tono durante il sonno e ricadendo posteriormente vanno a diminuire lo spazio disponibile per il passaggio dell’aria.
Nella inspirazione l’aria, trovando una via di accesso ai polmoni ristretta, aumenta la sua velocità (legge di Bernulli) e mette in vibrazione i tessuti molli del faringe rilassati.
Ovviamente alla base di questa perdita di tono possono esserci svariati fattori, quali quelli identificati prima: età, peso eccessivo, alcool etc.
Da questo si capisce che quindi all’origine del rumore c’è comunque una qualche difficoltà nel passaggio dell’aria verso i nostri polmoni.
Fin tanto che la quantità di aria che riesce ad arrivare ai polmoni è sufficiente per ottenere una normale ossigenazione del sangue, questa situazione non genera danni, ed anche la qualità del sonno resta buona. Insomma chi russa dorme bene. Ma è proprio così? Non sempre.
In una percentuale di casi, infatti, tale restringimento delle vie aeree diventa più importante e provocare un passaggio di aria insufficiente (parliamo di Ipopnea) o addirittura assente (ostruzione totale, e parliamo di Apnea). Questa situazione di arresto respiratorio genera un abbassamento della saturazione di ossigeno nel sangue e tutta una serie di alterazioni ad essa correlate quali tachicardia, aumento della pressione arteriosa etc. Tutto ciò è ovviamente incompatibile con la vita ed allora quando la saturazione di ossigeno nel sangue scende sotto il livello di guardia, il nostro cervello mette in atto una serie di azioni il cui scopo è quello di rendere il sonno meno profondo in modo tale che il nostro organismo può riprendere il controllo del tono muscolare e rimuovere il blocco respiratorio riattivando una respirazione adeguata.
Il ripetersi di questi episodi di Apnea/Ipopnea (che in alcuni casi possono ripetersi anche più di 50 volte all’ora) genera quella patologia che viene chiamata O.S.A.S (Obstrucive Sleep Apnea Syndrome).
I danni sono soprattutto a carico del sistema cardio-vascolare (predisposizione a ipertensione, infarto, ictus) e della fisiologia del sonno (che provocherà sonnolenza diurna con un aumento di incidenti giornalieri di diverso tipo –automobilistici e domestici-, diminuzione della capacità di memorizzare , riduzione della libido per diminuita produzione di testosterone, ed altre).
In linea di principio è possibile affermare che nelle persone affette da Apnea Notturna l’aspettativa e la qualità di vita si riduce.
Ma quante sono le persone che soffrono di tale patologia? Tante, ma è soprattutto il fatto che la maggior parte non sa di soffrirne che preoccupa.
Vediamo un po’ di cifre
Nella UE le statistiche prevedono tra i 10 e i 20 milioni ( circa 2,5 in Italia). Chi soffre di OSAS ha una probabilità di fare incidenti stradali circa 7 volte superiore alla norma (ad inizio 2016 anche l’Italia dovrà recepire la direttiva Europea n°85 del 1/7/2014 che prevede restrizioni nella concessione della patente alle persone che soffrono di OSAS se non trattata).
Ma come possiamo sapere se soffriamo di tale patologia?
Oggi disponiamo di tecniche che ci permettono di studiare in maniera precisa il sonno e i suoi disturbi.
Il seguente questionario serve ad accertare una sonnolenza diurna eccessiva che può far sospettare l’esistenza di apnee notturne. Si tratta di un test scientifico estremamente attendibile molto usato negli U.S.A ( Epworth Sleepiness Scale).